Stefano Tomasini, Presidente di Consip: “L’intelligenza artificiale rivoluzionerà anche il procurement pubblico”

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Ottimizzare le procedure di acquisto della PA anche grazie a un utilizzo mirato dell’Intelligenza Artificiale, garantire sempre maggiore efficienza e trasparenza nel sistema nazionale degli appalti pubblici, supportare le pubbliche amministrazioni con soluzioni sempre più innovative e sostenibili. Con questi obiettivi parte il mandato del nuovo Consiglio di Amministrazione di Consip, Ne abbiamo parlato in questa intervista con il neopresidente Stefano Tomasini

2 Agosto 2024

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Michela Stentella

Direttrice testata www.forumpa.it

Foto di Shane Rounce su Unsplash - https://unsplash.com/it/foto/computer-portatile-su-superficie-di-legno-9xg6DFVlZPc

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Ottimizzare le procedure di acquisto della PA anche grazie a un utilizzo mirato dell’Intelligenza Artificiale, garantire sempre maggiore efficienza e trasparenza nel sistema nazionale degli appalti pubblici, supportare le pubbliche amministrazioni con soluzioni sempre più innovative e sostenibili, recuperando i ritardi che negli ultimi mesi si sono accumulati per mancanza degli organi direttivi. Con questi obiettivi parte il mandato del nuovo Consiglio di Amministrazione di Consip – la centrale di acquisto nazionale, interamente partecipata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze – per il triennio 2024-2026. Il nuovo CdA è stato nominato il 18 luglio scorso e vede Stefano Tomasini (ex-INAIL) come presidente, Marco Reggiani (già legal counsel SNAM) come amministratore delegato e Elena Comparato come consigliera.

Abbiamo chiesto al neopresidente Tomasini quali cambiamenti possiamo immaginare nel modo di lavorare e quali innovazioni si potranno introdurre all’interno di una realtà così strategica non solo per le pubbliche amministrazioni, ma per tutto il Paese.

Il ruolo della tecnologia e dell’intelligenza artificiale

“Senza dubbio le tecnologie e in particolare l’intelligenza artificiale generativa andranno nel breve tempo ad influenzare in maniera significativa il modo di fare procurement – esordisce Tomasini -. L’IA sicuramente interverrà sul procedimento, gestendo azioni a basso valore aggiunto, riducendo il rischio d’errore e l’attività ripetitiva e migliorando l’efficienza complessiva. In questo contesto di grande cambiamento, Consip dovrà interrogarsi su come ripensare la modalità di fare e gestire le gare, perché per le stazioni appaltanti sarà nel tempo più semplice, almeno dal punto di vista formale, procedere con la definizione dei bandi grazie ai nuovi strumenti a disposizione”.

Un impatto quello dell’IA che, come sottolinea Tomasini, investirà soprattutto gli aspetti procedurali, mentre quello che non cambierà sarà la capacità e la qualità della domanda e “questo implica un approccio deciso nell’individuazione dei soggetti aggregatori. Consip dovrà contribuire a generare un maggiore allineamento tra i diversi soggetti regolatori, che intervengono sul processo di procurement: soggetti come ANAC, ACN, AGID, Dipartimento per la Trasformazione Digitale, MEF dovranno identificare percorsi e modalità di procurement, sempre più orientati ad un risultato comune. È necessario che il fabbisogno espresso dalle amministrazioni coincida maggiormente con gli indirizzi e gli obiettivi fissati a livello nazionale”.

Governance e trasparenza

Fondamentale quindi, in questo contesto, l’ascolto dei diversi soggetti coinvolti e la condivisione di una strategia. “La strategia va definita, come ha fatto AGID nell’ultimo anno, attraverso l’ascolto di tutti i soggetti coinvolti nei grandi progetti di trasformazione; Consip ne deve accompagnare il percorso mettendo a disposizione gli strumenti contrattuali e affiancando le amministrazione per qualificare la domanda e migliorando le capacità di vendor management”.

Temi centrali sono la misurazione del risultato delle procedure di fornitura e l’allineamento dell’offerta ai bisogni espressi dalle amministrazioni. In questo senso Consip, oltre a continuare a svolgere il proprio ruolo di centrale di committenza, dovrà rappresentare una sorta di “osservatorio” su quelli che sono i progressi delle amministrazioni e sulla crescente capacità della domanda di focalizzare i propri fabbisogni.

Partnership pubblico-privato e scambio di esperienze

In tal senso, evidenzia Tomasini “si dovrà lavorare sull’ottimizzazione dei risultati delle forniture, allineare sempre più il mondo dell’offerta ai bisogni espressi dalle amministrazioni, misurare la validità delle procedure di gara sotto il profilo del risultato ottenuto, della coincidenza tra quello che la stazione appaltante si aspettava come azione di cambiamento e quello che poi, nella realtà, si è andato a realizzare”.

Secondo Tomasini, finita la fase di urgenza per i progetti PNRR, ci sarà tempo per lavorare su un approccio bimodale: da una parte gestione del quotidiano e dell’ordinario e allo stesso tempo un approccio innovativo per la gestione della fornitura e dei contratti: “In questi anni, il procurement è stato caratterizzato da una forte attenzione alla fase precontrattuale. Ora dobbiamo mettere al centro anche il tema dell’esecuzione contrattuale, dell’efficacia della fornitura, attraverso una partnership pubblico-privato che veda insieme fornitori tecnologicamente avanzati e amministrazioni consapevoli”.

Una maggiore collaborazione, quindi, facilitata anche da reti e associazioni che promuovono lo scambio di esperienze e la collaborazione. L’effetto emulazione e l’accompagnamento progressivo verso modalità più innovative di gestione delle forniture saranno cruciali per il successo di questa strategia.

Valorizzazione delle competenze interne

Naturalmente l’innovazione tecnologica è uno strumento fondamentale per portare avanti tutte queste azioni, ma alla base ci sono sempre le persone. “Si tratta di riscoprire le importanti competenze che sono dentro le amministrazioni e dentro Consip. La società andrà sostenuta nel percorso di crescita e valorizzazione delle competenze interne – sottolinea Tomasini -. Per lavorare in maniera più efficace e consapevole le persone devono conoscere e condividere la strategia dell’organizzazione, un aspetto questo che è spesso sottovalutato dai vertici. Sapere che si sta rispondendo ai bisogni di cittadini e imprese con una strategia chiara dà alle persone il senso del perché stanno lavorando”.

Consapevolezza, condivisione dei valori e naturalmente competenze. La stessa diffusione dell’IA richiede di approcciare alle cose in maniera multidisciplinare, sottolinea Tomasini: “La tecnologia diventa molto più utente-centrica e richiede competenze e professioni diverse…di etica, security, business, user experience. Un progetto di intelligenza artificiale non può essere esclusivamente tecnologico, deve coinvolgere diverse competenze e professionalità attorno al tavolo. Non si può approcciare all’IA come un adempimento, ma come un’opportunità. L’amministrazione pubblica deve comprendere che i tempi della tecnologia sono molti più veloci di quelli che abbiamo avuto finora, altrimenti perdiamo opportunità. Perché indietro non si torna, ma se non ci muoviamo nel giusto modo si può rimanere indietro”.

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